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Attività fisica adattata Uisp: costruire alleanze per la salute dei cittadini

Sul Corriere della Sera l’esperienza del Municipio 2 di Milano che si impegna contro la sedentarietà in tutte le età della vita. Parla Stefano Pucci

 

Vietato rassegnarsi e smettere di muoversi quando da anziani ci si trova prima o poi a fare i conti con l'artrosi. Anzi, un'attività fisica su misura, l'attività fisica adattata può offrire notevoli benefici contribuendo ad attenuare il dolore e a mantenere la propria autonomia”, lo dice la ultratrentennale esperienza Uisp, che ha studiato e promosso l’Afa in tutto il Paese. “Siamo stati i primi in italia - spiega Stefano Pucci, responsabile politiche per la salute e l’inclusione Uisp e presidente Uisp Lombardia - e abbiamo scelto questo approccio perchè è davvero per tutti: è in grado di soddisfare qualsiasi condizione fisica e si basa su un’attività dedicata alle singole persone ma all'interno di un contesto di piccolo gruppo, riuscendo in questo modo a valorizzare anche l'aspetto di relazione e a costruire una rete sociale tra le persone”.

L’obiettivo primario è la lotta alla sedentarietà, un rischio rilevante per persone anziane o affette da patologie che rendono difficile e doloroso il movimento: “In particolare l’afa si rivolge a tutte quelle persone che farebbero fatica a frequentare le classiche attività nelle palestre - prosegue Pucci - come la ginnastica dolce, e in questo modo godono di una proposta mirata rispetto alle condizioni di salute, riuscendo a mantenere la propria autonomia, anche se in presenza di patologie croniche. Con questo tipo di interventi è possibile anche tenere i partecipanti lontani da interventi di carattere sanitario, che sono poco efficaci e creano sovraffollamento nelle liste d’attesa per le prestazioni specialistiche. I corsi sono tenuti da istruttori laureati in scienze motorie e specializzati, che proseguono la loro formazione costantemente attraverso appuntamenti di approfondimento, affinchè siano sempre più preparati e capaci di gestire le condizioni di fragilità dei partecipanti”.

L’articolo pubblicato giovedì 17 settembre sul Corriere della sera parte dall’esperienza del Municipio 2 di Milano dove, da due anni, istituzioni, mondo sanitario e associazionismo del territorio, hanno costruito una rete di collaborazione per intervenire contro la sedentarietà: “Si tratta di un contesto progettuale molto ampio, con diversi soggetti che collaborano, tra cui Uisp, l’ospedale Gaetano Pini, l’azienda sanitaria territoriale, il Municipio 2 del comune di Milano e altri soggetti del territorio, uniti per costruire opportunità di incentivazione al movimento. In questo caso specifico si parlava di Afa che si rivolge a una popolazione soprattutto anziana, per la prevenzione delle disabilità secondarie e terziarie con l'obiettivo di riattivare la persona con un’attività specifica. A breve, però, saranno avviate anche altre iniziative rivolte ai ragazzi e alla popolazione adulta: l’obiettivo è sperimentare un modello replicabile in cui il movimento assume un ruolo di primo piano, anche legandosi ad interventi di riqualificazione urbana, perchè il movimento diventi uno stile di vita, attivo e corretto”.

Il progetto ha subito degli stop a causa dell’emergenza sanitaria, ma a breve riprenderanno il via tutti gli ambiti di intervento: “Da lunedì 21 settembre riprenderanno i corsi dei gruppi già esistenti prima del lockdown, circa 100 persone - dice Stefano Pucci - all’inizio di ottobre verranno avviati altri corsi simili per arrivare raddoppiare i partecipanti entro la fine di ottobre. Sempre ai primi di ottobre partiranno anche gli altri settori di intervento e appena possibile anche le attività nelle scuole. Stiamo costruendo un modello che si possa replicare, mettendo in collaborazione il mondo sanitario e l’associazionismo per migliorare la qualità della vita quotidiana e contrastare la sedentarietà. Questo primo intervento incide su una zona con una popolazione di 250.000 persone, e si basa sulla costruzione di una rete territoriale che mette insieme le associazioni, le parrocchie, le scuole, i medici di medicina generale per ampliare il più possibile, e mettere a sistema, l’offerta di movimento. Come organizzazione sportiva c’è solo l’Uisp e credo che sia un grande riconoscimento al nostro storico impegno perchè lo sport sia un diritto di tutti, nessuno escluso”. (Elena Fiorani)